19 maggio 2007

Fiaccalo, Franca!


Hai fatto bene Carlo Azeglio. Scusa se ti do del tu, ma ormai è come se fossimo un po’ parenti. È giusto che tu sia andato in pensione. È così che si fa. Anche se non farai più il presidente della Repubblica noi ti saremo sempre vicini! Ti vorremo sempre bene. Io se vuoi vengo il sabato e la domenica a farti da corazziera sotto casa. Vado avanti e indietro vestita come Rascel. L’auto blu se ti manca te la vernicio io, e se hai nostalgia di qualcuno che ti venga a rompere le palle ti mando il mio fidanzato magari una volta al mese. Credimi che in confronto a lui Berlusconi è niente. D’altronde c’hai anche ottantacinque anni. È vero che al governo ormai sono tutti anziani, sono una banda di nonni tuonati, però non è un buon motivo per frequentarli per forza. Non sono neanche in grado di fare una mano a briscola. Tu te lo vedi Andreotti a giocare a bocce? Non tanto. Tira, e va via insieme alle bocce. Pensa andare a funghi con Cirino Pomicino… Che ogni due minuti lo perdi tra le felci e lo scambi per un funghetto. O andare a pescare con Cossiga che non sta zitto neanche con le cannonate, che aveva detto che si ritirava a meditare e ora è sempre a tonsille spiegate come un muezzin. Io sono preoccupata però soprattutto per tua moglie, Carlo. La povera signora Franca. Adesso il problema sarà soprattutto suo. Che ti avrà sulle croste tutto il giorno. Tu non hai idea di cosa voglia dire per una moglie avere il marito tutto il giorno in casa che le balla sulle pantofole mentre fa il sugo. Sai che sfinimento? Io lo so come sono fatti i maschi, Carlo Azeglio. Già il terzo giorno di ferie vanno in paranoia perché non sanno cosa fare. Bamblinano in pigiama avanti e indietro senza combinare un tubo. Figurarsi quando vanno in pensione. Diventano come le mosche prima della pioggia. Noiosi. Ti ronzano intorno e fanno i morsini. Non è che mordano davvero. Dan fastidio. Ti verrebbe voglia di schiacciarli col giornale arrotolato. Ciaf. Se non ti dispiace, Charlie, faccio una piccola raccomandazione a Franca. Franca? Amica mia? Coraggio. Resisti. Tutta l’Italia è con te. Guarda. Scusami se mi permetto. Ti do un consiglio. Se non vuoi andare alla neuro fa’ una roba. Impegnalo. Dagli da fare delle cose come fanno le maestre delle elementari coi bambini esagitati. Mandalo all’assemblea di condominio. Anzi proponilo proprio come amministratore, che qualche bega per la caldaia, per la raccolta differenziata e per la perdita sul muro della cantina c’è sempre. Per lui, in confronto a quello che è successo al governo in questi anni, son bazzecole. Fagli mettere a posto il cassetto del tavolo della cucina che è sempre un casino. Mandalo a comperare l’acqua. Spediscilo a pagare le bollette alla posta. Fagli preparare il cacciucco alla livornese. Portalo all’Ikea e scegliere le tende nuove. Basta che si stanchi tanto. Fiaccalo, Franca! È l’unico modo. Dai retta a noi che non siamo mai state first lady ma siamo specialiste nel mandare avanti la baracca. Ti abbraccio Franca. Ti penseremo. Sei tutte noi.


(Luciana LittizzettoRivergination)