5 febbraio 2008

Suggestioni olandesi

Hendrick Avercamp - Paesaggio invernale con pattinatori

È pieno inverno, il canale è completamente ghiacciato, gli alberi sono spogli e le case sono coperte di neve. Da un comignolo escono volute di fumo, e le persone sono imbacuccate in indumenti pesanti. Deve fare freddo, ma non abbastanza per restare a casa. Il ghiaccio attira una folla di giovani e anziani, ricchi e poveri, contadini e cittadini.
Hendrick Avercamp fu uno dei primi a specializzarsi, divenendo il maestro dei paesaggi invernali olandesi con grandi superfici ghiacciate, cieli carichi di neve e allegri divertimenti invernali. Nel 17° secolo, questi dipinti erano noti come “Wintertjes”(piccoli inverni).
Avercamp era sordomuto, ma malgrado questo handicap si rivelò un eccellente narratore. Dipinse infatti le centinaia di figure con occhio attento nei particolari, come i pattinatori, qualcuno che cade, i bambini sullo slittino, una slitta a cavalli, persone che giocano a golf e ricchi cittadini che conversano. Egli tuttavia rappresentava anche i derelitti, per i quali è un giorno come un altro. Essi trascinano canna e pesce, praticano un foro nel ghiaccio, estraggono l’acqua o chiedono la carità. (RIJKS MUSEUM Amsterdam - Testo a cura di Marleen Dominicus-Van Soest)

Rembrandt van Rijn - Isacco e Rebecca (La sposa ebrea)

Nel 1885, quando vide “La sposa ebrea” di Rembrandt, il pittore Vincent Van Gogh si espresse in modo lirico. “Che dipinto intimo e infinitamente empatico”, disse a un amico. “Credimi, lo penso davvero, darei dieci anni della mia vita per poter sedere davanti a questo dipinto per due settimane con soltanto un tozzo di pane secco”.


Con aria sognante, la donna risponde alle carezze del marito. In quel gesto della mano di lei su quella di lui, Rembrandt è riuscito a mettere tanto amore e tenerezza, da dominare tutta la scena. Si tratta di un gesto così intimo che si ha l’impulso a distogliere lo sguardo.
Gli innamorati rappresentano la coppia biblica di Isacco e Rebecca, che amoreggiano su una panca. Rembrandt ha rappresentato deliberatamente in modo vago l’ambiente circostante (è infatti visibile solo una pianta) per concentrarsi sulle persone. È possibile che a farsi ritrarre nei panni di Isacco e Rebecca sia stata una coppia di contemporanei di Rembrandt.Nel Secolo d’Oro, le persone si facevano spesso ritrarre sotto le spoglie di figure bibliche.
Rembrandt ha raffigurato la coppia in modo spettacolare, dipingendo i volti e le mani in modo piuttosto omogeneo. Per gli indumenti, invece, ha usato un tratto grossolano, con schizzi e spessi strati di colore. In questo modo, il dipinto coglie più luce in certi punti, ad esempio sulla manica giallo dorata dell’uomo e sul vestito rosso. In altri punti, Rembrandt ha graffiato il colore ancora umido, in modo da esporre lo sfondo chiaro. (RIJKS MUSEUM Amsterdam - Testo a cura di Marleen Dominicus-Van Soest)

Johannes Vermeer - La lattaia

“La lattaia” è uno dei dipinti più ammirati di Vermeer. In piedi accanto a una finestra, essa versa il latte in una scodella con un’espressione concentrata e il capo leggermente inclinato. Il fascio di luce naturale guida naturalmente lo sguardo dell’osservatore fino al rivolo di latte. Questo ultimo è raffigurato in modo così magnifico che sembra quasi di vederlo e sentirlo fluire. Nella stanza non accade nient’altro.
La semplicità del soggetto è sottolineata dalla costituzione massiccia della donna e dalle sue mani scure per il lavoro. Il suo vestito è semplice ma colorato, con un corsetto giallo, sopramaniche verdi e una gonna rossa e blu. Si tratta di un ritratto sublime di una giovane donna qualunque, ed è affascinate vedere il modo in cui Vermeer evocava la realtà. Egli prestava attenzione ai dettagli più minuti, come i fori nella parete, un chiodo con la sua ombra e un vetro rotto. La sua capacità di raffigurare i diversi materiali è magistrale. Un esame più attento rivela piccole evidenziature ovunque, a volte opache, a volte brillanti. In alcuni punti, il colore è appena un po’ più spesso e coglie maggiormente la luce. Il pane illustra magnificamente questa tecnica: dei piccoli punti suggeriscono una crosta croccante. (RIJKS MUSEUM Amsterdam - Testo a cura di Marleen Dominicus-Van Soest)

Vincent Van Gogh - Rami di mandorlo in fiore

Il dipinto, che rappresenta il fiorire di una nuova vita, fu dipinto da Van Gogh per celebrare la nascita del figlio di Theo e Jo Bonger, al quale fu dato il nome di Vincent. Il quadro era destinato alla camera da letto dei genitori e Theo in una lettera del 29 marzo 1890 racconta che il piccolo Vincent «è affascinato soprattutto dall’albero in fiore appeso sopra il nostro letto».
Dopo aver completato quest’opera Van Gogh cadde di nuovo ammalato e quando si ristabilì i mandorli erano sfioriti, fatto che lo amareggiò molto, perché rimpianse di aver dipinto un solo quadro con quel soggetto. Dipinse i rami di mandorlo con grande accuratezza, ritoccando ogni singolo bocciolo, ognuno ravvivato da un leggero tocco di rosso, con una minuzia e una precisione ispirate forse da una stampa giapponese di Kunisada.

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