2 dicembre 2007

VITA NELLA TERRA DI LATTE E MIELE


Ponte Alle Grazie
€ 10,00



"Non volevo, io, vivere una vita qualunque. Non una noiosa vita borghese come tutti. Volevo andare là, in Israele, nella terra promessa, e realizzare non solo un mio sogno, ma anche il sogno di mio padre e di mia madre, di tutta la mia famiglia, dei miei avi per dieci generazioni. Iniziare in Israele una seconda vita in cui mi sarei sentita meno goffa e impacciata e depressa.Ero stata un disastro fino ad allora. I miei pessimi risultati a scuola lo avevano provato chiaramente. E mi sentivo anche grassa, brutta e poco popolare. Non vedevo l’ora di ricominciare da capo...Di certezze non ne avevo. Sapevo solo di avere una grande forza dentro, e una grande ambizione di farcela, di superare quella seconda prova decisiva, in un altro paese, nel mio paese. E sapevo anche che ce l’avrei messa tutta, non mi sarei mai risparmiata e avrei fatto di tutto per riuscirci. Anzi, ero certa di farcela, perché non avevo altra scelta. Non avrei mai potuto tornare indietro, i miei genitori ne sarebbero morti di dolore. E io di vergogna e di rabbia. Sarei rimasta li per sempre, e così fu."




Cosa succede nel cuore e nella mente di una donna che vive a Tel Aviv, a Gerusalemme, a Betlemme o a Gaza? Con la sincerità e l’immediatezza che i lettori dei suoi reportage ben conosco, Manuela Dviri ci racconta la sua storia: la scelta di lasciare l’Italia e trasferirsi in Israele e, scelta forse ancora più coraggiosa, di rimanervi; il dolore per la perdita di un figlio giovanissimo, soldato nell’esercito israeliano, perdita inutile, che non trova alcuna giustificazione politica o militare; la battaglia pacifista e le conseguenti accuse di tradimento e di opportunismo.Una testimonianza forte, toccante, che racconta uno dei più tragici conflitti del nostro tempo passando attraverso le ragioni del cuore che sembrano alla fine essere le sole ad indicarci la strada giusta, quella che porta lontano dalle guerre, dall’iniquità, dal dolore. (Casa Editrice Ponte Alle Grazie)



"Le tragedie del Medioriente sono tragedie della luce, del contrasto tra il sole abbagliante e l’oscurità dell’ombra, tra «ciò che sta fuori», che accieca e brucia, e «ciò che sta dentro», perso nelle profondità del buio. E non a caso, attorno a questo contrasto, si muove anche Terra di latte e miele. Il percorso che segue la protagonista si svolge dentro e fuori questo confine di luce e ombra: da un lato, i grandi temi collettivi, l’identità di un popolo, la sua epica e le sue ferite sempre aperte – e dall’altro l’intimità più profonda di una persona, le sue speranze, i suoi ricordi, i suoi affetti spezzati. E il suo bisogno di vita, di gioia, di pace. Per tutti. E nonostante tutto..." (Silvano Piccardi)




Lo consiglio perché: continui a leggerlo tuo malgrado. Malgrado la commozione che cresce, malgrado la rabbia che ti prende, malgrado l'estrema dolcezza e durezza del racconto. E' un testo che urla, piange, gioisce, fa tutto da sé. Non ci trovi parole messe lì ad arte, ci trovi tutto l'immenso groviglio di dolore che l'autrice va dipanando per trasformare il suo lutto scandaloso ed inaccettabile in una risorsa positiva per il mondo intero. Perché le sorti del suo paese sono, in qualche modo, le sorti del mondo intero.





TERRA DI LATTE E MIELE
di Manuela Dviri
con la collaborazione di Silvano Piccardi

Regia
Silvano Piccardi
Scene Marco Capuana
Musiche Luigi Cinque
Personaggi
Leah, Ottavia Piccolo
Il figlio di Leah, Enzo Curcuru’