8 giugno 2007

Bach, sentieri e radure

In ricordo di una bella serata con Chiara... e Mirko!

Nelle Passioni bachiane ciò da cui non puoi scappare è il ritmo. Sono narrazione e preghiera. Ma innanzitutto sono una liturgia di tempi. Il tempo veloce, scarno, tagliente del racconto, e quello infinito della preghiera. L’evangelista canta i versetti evangelici, con una voce che vorrebbe essere scrittura su pietra e che ogni tanto si incrina come la voce di uno che c’era, lì, in quel momento, quando l’hanno ucciso, proprio lì. Stacca i suoi versetti evangelici, solo un po’ appesantiti dai fonemi tedeschi, e quello è come un sentiero. Poi si ferma. E quello che c’è dopo è radura, e sospensione, e infinito. Un corale: che pure è geometria pura, è architettura perfetta, è spazio che non finisce, è orizzonte e non limite, è prospettiva a perdita d’occhio. Il tempo arrestato della preghiera. Sentiero e poi radura. Sentiero e poi radura. Ripetilo per due ore e diventa un ipnotico ritmo dell’anima a cui non puoi sfuggire. Anche se poi pensi ad altro, è su quel ritmo che balli, coi tuoi pensieri.



(Alessandro Baricco - Barnum)

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